Il panorama della nuova fantascienza italiana si arricchisce con la pubblicazione del libro di Fabio Carta intitolato “Ambrose”. La fantascienza, come è noto, ha come Leitmotiv l’impatto di una scienza, di una tecnologia, sia essa reale o immaginaria, sulla società e sull’individuo. I personaggi, oltre che esseri umani, possono essere alieni, robot, cyborg, mostri o mutanti. La storia può essere ambientata nel passato, nel presente o, più spesso, nel futuro. E in “Ambrose” fantocci virtuali, simulacri cibernetici, tachioni, guerre fatte con esoscheletri, metauomini spaziali, ogni cosa riporta il lettore a un fantastico mondo futuribile, ad una anti utopia. Il lettore è trascinato in una serie di dialoghi ed azioni a ripetizione.
“«Hanno perso di vista la meta, l’obiettivo; un qualcosa da fare in comune, uno scopo che si può raggiungere solo unendo insieme le forze».
«Cosa?».
«Il Nexus… la più rischiosa, pericolosa e grandiosa avventura in cui l’uomo si sia imbarcato. Quello può essere uno scopo, vero, l’apertura di una nuova frontiera; quello il motivo per cui le centinaia di colonie spaziali non si sono mai sognate di farsi la guerra tra loro, mai»” (Fabio Carta- Ambrose).
È proprio la serialità ingegnosa dei dialoghi che fa di Ambrose una fantasy di azione che sublima l’olocausto nel quale la razza umana può terminare.
Carlo Marino